Q&A: Siamo responsabili dei nostri stati emotivi?

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La prima cosa che verrebbe da dire?

Che le emozioni insorgono in modo automatico dentro di noi, arrivano come onde del mare inarrestabili e noi possiamo fare quasi niente per fermarle.

È il pensiero comune, quello che ci induce a ritenere che siamo in qualche modo preda, o vittime delle nostre emozioni; di tutte le nostre sensazioni, impressioni, o degli stati emotivi in generale.

Ed è indiscutibile che il fenomeno dell’esplosione emozionale sia fuori del nostro controllo, automaticamente generato dall’improvviso sopraggiungere di accadimenti, che quasi meccanicamente fanno scattare nel nostro cervello una risposta emotiva, alla quale fa seguito un comportamento specifico.

Quando l’emozione è positiva, entrano in circolo gli ormoni della felicità e nel sistema nervoso transitano correnti energizzanti.

Ma se subiamo un’ingiustizia, si attiva un’emozione di rabbia, un risentimento, una frustrazione; ci sentiamo arrabbiati, risentiti, delusi.

E dunque alla domanda “siamo responsabili dei nostri stati emotivi?” la risposta che più ci sembra naturale è… no!

Poiché i meccanismi che l’evoluzione ha determinato hanno la funzione di produrre una reazione salvifica automatica, prima che la coscienza possa avere il tempo di produrre una risposta pensata, che in certi casi può essere tardiva e fatale.

Le reazioni automatiche sono dunque in certi casi funzionali.

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Tuttavia, il problema si presenta quando certe reazioni producono invece effetti negativi, risposte comportamentali sbagliate e addirittura dannose.

In questi casi, tutti vorremmo poter amministrare queste reazioni e trasformarle in risposte intelligenti, prima che si producano danni.

E, nonostante ogni condizionamento, sappiamo che nel corso della vita, grazie all’esperienza e allo sviluppo di convinzioni funzionali, le soglie di innesco delle paure, della rabbia, della delusione e della tristezza, possono cambiare.

Dunque noi possiamo esercitare, progressivamente, una azione educativa rispetto alle risposte automatiche.

Possiamo imparare a non aver paura, a non arrabbiarci inutilmente, a prevenire delusioni e dispiaceri… a proteggerci dalle nostre reazioni inadeguate.

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Andando in profondità nella dinamica di attivazione delle nostre reazioni automatiche, possiamo scoprire che queste si generano dentro di noi in virtù di una sorta di legittimazione che noi stessi, nella nostra esperienza di vita, abbiamo reso possibile e automatizzato:

???? In primis, in quanto geneticamente dotati di una competenza neurofisiologica;

???? poi, poiché influenzati inconsciamente dall’esperienza di specie, con in dotazione un repertorio di risposte possibili ad eventi improvvisi e minacciosi;

???? inoltre, in quanto individui specifici, con il nostro patrimonio personale di esperienze, convinzioni, insicurezze e paure radicate.

Ma, nonostante ogni condizionamento, sappiamo che nel corso della vita le soglie di innesco delle paure, della rabbia, della delusione e della tristezza, possono cambiare.

E allora possiamo affermare che se tale facoltà ci è concessa dalla nostra natura di esseri umani, allora probabilmente possiamo cominciare a pensare che… si, siamo responsabili delle nostre emozioni!

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E questo perché POSSIAMO imparare a:

  • essere testimoni non giudicanti del processo
  • osservarne l’insorgenza, lo sviluppo e poi l’estinzione
  • comprendere le ragioni che ne legittimano l’attivazione, le credenze e le convinzioni
  • modificare le credenze errate
  • gestirne l’innesco.

Allenando questa progressione di azioni, possiamo scoprire che una abituale reazione di rabbia in presenza di una situazione tipo, può ridursi fino a scomparire.

Qualche evento, può non spaventarci più. Qualche circostanza può non preoccuparci particolarmente.

Per alcune reazioni, possiamo assumere la responsabilità di modificare i livelli di innesco, le soglie, nonché le categorie di fenomeni attivanti.

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Questa è la gestione delle emozioni:

imparare ad avvalerci di tutti i vantaggi che la nostra sensibilità emotiva può determinare per migliorare la nostra esperienza;

e a liberarci gradualmente di tutti gli errori e gli svantaggi che possono essere generati da circuiti automatici disfunzionali non più necessari.

Un cambiamento fondamentale che possiamo determinare a beneficio personale, della comunità umana e… dell’intera specie!

Claudio Venuto

Claudio Venuto

Esperto di comunicazione, intelligenza motiva, automotivazione e miglioramento personale. Fondatore del progetto Realize Yourself®.

Formatore, Personal Coach, Trainer psicologico e Consulente filosofico. Autore, ricercatore.

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Realize Yourself nasce da un sogno: il desiderio di capire quali conoscenze e capacità sono importanti per sentirsi realizzati.

Tutto è iniziato con l’amore per la filosofia, orientale ed occidentale, per la scienza, per quegli uomini che nella storia dell’umanità hanno sentito il desiderio di impegnarsi per capire il senso delle cose.  La psicologia, la linguistica, l’intelligenza emotiva.

Questo, oggi, dopo tanti anni di esperienza, è il percorso formativo Realize Yourself: il primo Master integrato e completo per la Crescita e la Realizzazione Personale.

Ti auguro di trovare, lungo il cammino, ciò di cui hai bisogno per essere felice!

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