Se l’espressione “gestione” è la più utilizzata nella sfera delle emozioni e dell’emozionalità, è anche vero che possiede diversi connotati di senso che è importante chiarire:
Innanzitutto, eliminiamo tutte le implicazioni non adeguate: gestione non è manipolazione, non è repressione, non è negazione, non è riduzione o minimizzazione, non è compressione ne rimozione. Azioni come queste, infatti, non farebbero che amplificare i nostri problemi.
La riflessione filosofica e l’esperienza psicoterapeutica confermano che ogni volta che proviamo a disconoscere, allontanare o negare un’emozione, questa si ripropone con maggior forza in forme anche diverse, come fosse un’istanza insopprimibile.
La maggior parte delle problematiche di ordine emotivo e mentale derivano da un rapporto negato con i nostri stati emotivi. Le emozioni sono parti di noi stessi né più e né meno delle parti del nostro organismo fisico.

Dunque, ecco che “gestire” significa decisamente qualcosa di più:
- Gestire significa accogliere, accettare; non respingere nemmeno le emozioni negative, quelle che ci danno sofferenza, che ci fanno paura: anche loro portano sempre un messaggio contributivo per l’equilibrio della nostra vita.
- Gestire significa ascoltare, e l’ascolto è il presupposto della comprensione; non possiamo capire cosa qualcuno ci sta dicendo se non siamo disposti ad ascoltarlo.
- Ascoltare significa considerare, dare credito a chi parla, ed in questo caso chi parla è sempre una parte di noi, siamo noi stessi. Non dare credito a noi stessi equivale a dividerci da noi stessi, allontanarci e litigare con noi stessi.
- Gestire significa interpretare; cercare il significato possibile del messaggio e azzardare una interpretazione.
- Gestire significa poi, soprattutto, aprire un dialogo con noi stessi: come fosse una telefonata con la persona più cara che abbiamo, con la quale esprimere le nostre idee, le letture dell’esperienza, le ipotesi, tutti i dubbi. Per poi aspettare la risposta alle nostre parole, che arriva sempre, anche se in differita: come quelle video-conferenze con ritardo di trasmissione audio, o quelle alle quali spesso assistiamo nei programmi televisivi. Un dialogo ricco e intenso che ci consentirà di legare le parti più profonde di noi, quelle nella quali è custodita l’esperienza personale e transpersonale, individuale e collettiva, con quella parte che vive in superficie e guida il comportamento quotidiano, e le cui azioni determinano l’equilibrio psichico ed esistenziale.
Questo, significa gestire le emozioni.
Potremmo dire dunque, con un’espressione meno equivocabile, “amministrare” le emozioni, dare loro la giusta dignità, per prenderne il tesoro nascosto, sia da quelle positive che dalle negative.

Detto ciò, come iniziare a sviluppare una buona intelligenza emotiva?
Qual è il primo passo da compiere?
Qui trovi i nostri suggerimenti, una piccola guida per iniziare il questa avventura ─ può essere un ottimo punto di partenza per il tuo cammino!