Sappiamo che al mondo ognuno ha opinioni proprie diverse dagli altri.
Naturalmente siamo tutti disposti a riconoscere e rispettare questa verità. Ci riusciamo anche molto bene quando tali opinioni, diverse dalle nostre, rimangono ad una certa distanza. Quando cioè gli effetti, le influenze di tali opinioni, sembrano non avere ricadute immediate, dirette o indirette su di noi.
Cosa accade quando, invece, gli altri si avvicinano a noi con le loro opinioni?
Le reazioni che si manifestano possono essere diverse:
- Possiamo ostentare indifferenza, fingere di non ascoltare, di non essere interessati;
- Possiamo cercare la fuga, prendere le distanze dicendo cose del tipo: “io la penso a modo mio … ognuno rimane della sua idea … tu vuoi avere per forza ragione … non mi lascio convincere facilmente … “ ed altro;
- Potremmo esser portati allo scontro, attaccando le posizioni altrui con toni derisori, ironici, sarcastici, atteggiamenti dottorali, paternalistici, aggressivi, di rifiuto, autoritari, sanzionatori, repressivi, punitivi.
Più raramente, consapevoli del grande valore della differenza delle idee e delle posizioni, ci disponiamo nei confronti di un’idea diversa dalla nostra con un atteggiamento sinceramente interessato, di ascolto, rispettoso dell’idea in quanto tale. Seppur diversa dalla nostra o superata dal nostro sistema valutativo cognitivo, ogni idea potrebbe nascondere qualcosa di interessante ancora, che sia sfuggito alla nostra percezione.
E ancora più raramente accettiamo un confronto dialettico aperto e sincero!
Seppur arduo, un confronto può dirsi tale solo quando sia aperta la dialettica delle idee, e non la dialettica dei contendenti! Quest’ultima, infatti, attivando il cervello primitivo, porta solo alla competizione per il primato della ragione o del torto… lontano dalla valorizzazione delle singole idee.
La dialettica costruttiva delle idee, nella quale il sincero contributo delle intelligenze (progressivamente filtrate delle distorsioni e al contempo arricchite del punto di vista personale, avvalorato dalla esperienza e dalle argomentazioni di ciascuno) possono portare ad un incontro. Un incontro di conclusioni che sia molto più di un compromesso. Che sia una posizione comune condivisa. Questo significa confrontarsi. Solo questo.
L’occhio destro potrebbe discutere con l’occhio sinistro. Il nervo ottico porta nell’area cerebrale corrispondente immagini assolutamente diverse del campo visivo, in funzione della posizione di osservazione. Eppure il cervello si avvale di tale differenza per comporre una percezione ed una mappa più ampia e completa.
Dobbiamo salire dall’occhio all’area visiva del cervello per capire il grande valore della stereoscopia. Da una posizione individuale ad una posizione sovra-individuale per comprendere il grande valore dell’ascolto e della comunicazione.